Il decreto “Patent Box” del 28 novembre 2017 prevede un regime opzionale di tassazione per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriale.

Possono esercitare l’opzione i soggetti titolari di reddito d’impresa, e deve essere esercitata nella dichiarazione dei redditi relativa. L’opzione ha durata pari a cinque periodi di imposta, è irrevocabile ed è rinnovabile.

I beni immateriali:

L’opzione ha ad oggetto i redditi derivanti dall’utilizzo di:

  1. a) software protetto da copyright;
  2. b) brevetti industriali, siano essi concessi o in corso di concessione, ivi inclusi i brevetti per invenzione, ivi comprese le invenzioni biotecnologiche e i relativi certificati complementari di protezione, i brevetti per modello d’utilità, nonché i brevetti e certificati per varietà vegetali e le topografie di prodotti a semiconduttori;
  3. c) disegni e modelli, giuridicamente tutelabili;
  4. d) processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili;.
  5. e) due o più beni immateriali tra quelli indicati alle lettere da a) a d), collegati tra loro da un vincolo di complementarietà tale per cui la realizzazione di un prodotto o di una famiglia di 5 prodotti o di un processo o di un gruppo di processi sia subordinata all’uso congiunto degli stessi.

Il regime si pone in continuità con i modelli progressivamente introdotti in altri Stati membri della Comunità Europea (Belgio, Francia, Gran Bretagna, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna) ed è conforme ai principi elaborati in ambito dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) con riferimento alla disciplina fiscale per la tassazione dei proventi derivanti dall’utilizzo dei beni immateriali.

Come si calcola:

Il Patent Box è un meccanismo di detassazione opzionale, non può essere revocato e ha una durata di cinque anni.

La detassazione prevede un criterio modulare, in questa successione:

  • il 30% in meno nel 2015;
  • il 40% in meno nel 2016;
  • il 50% in meno (la soglia massima) dal 2017 in poi.

Il reddito agevolabile è il reddito che deriva da quello generato dal bene intangibile, moltiplicato per il rapporto tra le spese qualificate di ricerca e sviluppo e i costi complessivi dell’intangibile.

Le spese qualificate sono quelle relative alla ricerca e allo sviluppo, riferibili ad attività svolte come lo sviluppo dei marchi, le spese dedicate al marketing, la promozione e la comunicazione, la protezione dei diritti di proprietà intellettuali ed i sistemi  anticontraffazione

I costi complessivi sono costituiti dalla somma delle spese qualificate, dei costi di acquisizione dei beni immateriali e delle spese di ricerca fatturate dalle parti correlate.

Le spese qualificate possono essere incrementate fino al 30%, limite massimo detto uplift, nel caso in cui si verifichi un eccedenza dei costi complessivi sulle spese qualificate di ricerca.

Ipotizziamo di avere:

– 200 di spese qualificate;
– 20 di costi di acquisizione di bene immateriale agevolabile;
– 80 come costi da rapporti con le società del gruppo.

A questo punto possiamo calcolare i costi complessivi come la somma dei costi elencati sopra: spese qualificate + costi di acquisizione + costi da rapporti –> 200 + 20 + 80 = 300.
Consideriamo poi l’uplift del 30% per le spese qualificate, quindi il 30% di 200, ossia 60.
Quindi sommiamo 200 + 60 = 260.
Ecco che il reddito agevolabile sarà dato dal rapporto tra 260 (il totale dei costi qualificati) diviso 300, cioè i costi complessivi calcolati prima. Il risultato è l’87% di reddito agevolabile.

Il regime ha l’obiettivo di agevolare il mercato italiano , evitando così di ricorrere a paesi esteri che già da diversi anni utilizzano il Patent Box  e allo stesso tempo di invogliare gli investimenti nazionali ed esteri a collocare in Italia i beni immateriali che attualmente sono detenuti all’estero da imprese italiane o estere e favorendo nello stesso tempo l’investimento in attività di ricerca e sviluppo. Nel medio-lungo periodo il Patent Box sarà anche utile per incrementare la tutela del Made in Italy, permettendo di fare importanti passi avanti nella lotta alla contraffazione in qualunque settore.

Per un maggiore approfondimento si rimanda al Decreto del 28 novembre 2017

Riferimenti normativi:

Il decreto “Patent Box” del 28 novembre 2017 emesso di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze (recante le disposizioni di revisione del precedente decreto del 30 luglio 2015), è stato adottato in attuazione dell’art. 1, commi 37 – 43, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di Stabilità 2015), come modificato dal Decreto-Legge  24 gennaio 2015, n. 3 (Investment Compact), convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 marzo 2015, n. 33, e dal Decreto-Legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla Legge 21 giugno 2017, n. 96.

Eugenio Selmi, LL.M. in Food Law