La pelletteria made in Italy di fascia alta piace sempre di più ai clienti stranieri. A confermarlo sono le cifre di preconsuntivo 2017, elaborate dal centro studi di Confindustria Moda su dati Istat: nei primi dieci mesi dello scorso anno, le esportazioni di prodotti made in Italy hanno superato i 6,1 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

I dati che fotografano l’aumento delle esportazioni in volume – +7,2% a 53mila tonnellate – e del prezzo medio dei prodotti venduti oltre confine – +6,4%, a 114,7 euro – confermano che i prodotti più acquistati all’estero sono proprio quelli a maggiore valore aggiunto. Non è tutto: a fronte di un incremento delle importazioni del 7,7% nei dieci mesi il surplus commerciale ha toccato i 3,8 miliardi di euro, in salita del 18,3% rispetto al periodo gennaio-ottobre dell’anno precedente.

I numeri sono stati diffusi ieri a Milano,alla presentazione della 113esima edizione di Mipel-the bagshow, organizzata da Aimpes alla fiera di Milano-Rho dall’11 al 14 febbraio. Mipel, che dovrebbe attirare circa 12mila buyer da tutto il mondo, sarà lo specchio di un settore da 7,5 miliardi di ricavi, con oltre 4.100 imprese e circa 33mila addetti in tutta la Penisola. E si può definire in salute: «Secondo le stime del centro studi Confindustria Moda – spiega Danny D’Alessandro, ad di Aimpes – il settore ha chiuso il 2017 con fatturato in crescita del 6,6% circa rispetto al 2016. Senza dubbio la spinta arriva dall’estero, visto che i consumi degli italiani, purtroppo, languono e si concentrano su prodotti con minore valore aggiunto: nei primi 11 mesi del 2017 i consumi sono saliti leggermente, ma sono diminuite sia la spesa (-0,1%) sia il pezzo medio (-1,1%)».

Per capire l’importanza dei mercati stranieri per la pelletteria made in Italy basta guardarsi indietro: nel 2012, infatti, il fatturato estero era di 4,2 miliardi. L’aver spinto l’acceleratore sulla qualità e la ricercatezza del prodotto ha dato i propri frutti: a conquistare il pubblico internazionale, come già detto, sono i prodotti di fascia alta. Per capirlo basta analizzare il comportamento d’acquisto dei primi dieci clienti della pelletteria italiana: la crescita del valore dell’export, infatti, supera di molto quella del volume.

La prima destinazione di borse e pelletteria italiana è la Svizzera, mercato “di snodo” che assorbe quasi il 21% dell’export di settore e nel periodo analizzato ha registrato un +34,4% , seguita da Francia (+7,4%) e da Hong Kong (+11,3%). Particolarmente importanti, in questi primi mesi del 2017, le performance degli Usa, che sono tornati a crescere (+4,4%), del Giappone (+3,6%) e della Corea del Sud (+25,7%). Questi due mercati, in solido, assorbono circa il 15% dell’export in valore. Ottime le performance della Cina, che tra gennaio e ottobre ha acquistato prodotti per 288 milioni, +40,4%.

Mipel intercetterà questa clientela internazionale, nei padiglioni della fiera e in centro, con il supporto del Comune e per quest’edizione in partnership con Rinascente. Quest’edizione della manifestazione, con oltre 300 brand, partirà all’insegna dell’ottimismo che anima gli addetti ai lavori del settore: «Non solo abbiamo registrato il tutto esaurito in termini di brand, ma abbiamo dovuto ampliare l’area espositiva», ha detto Riccardo Braccialini, presidente di Aimpes.

Fonte: Il Sole 24 Ore