In una sala gremitissima si è tenuto ieri, mercoledì 2 dicembre, il Convegno organizzato dall’Osservatorio sulla tutela dei prodotti del made in Italy “Italia in testa” dal titolo: “Il Codice moda: Prospettive di tutela del Made in Italy” evento organizzato in collaborazione con il LUISS Creative Business Center e l’Istituto Giuridico dello Spettacolo e dell’informazione presso la LUISS a Roma.

L’Avv. Giorgio Assumma, Presidente dell’Istituto Giuridico dello spettacolo e dell’informazione ed ex presidente Siae è stato il direttore d’orchestra che ha moderato, con la consueta eleganza maestria e professionalità, i quattordici interventi in cui altrettanti relatori, tra cui stilisti, top manager, talenti creativi, costumisti, avvocati, esperti di comunicazione, cinema ed immagine hanno messo in luce le caratteristiche dell’italian fashion system and business, ponendo un accento particolare agli aspetti legali riguardanti il diritto d’autore e la tutela legale del Made in Italy.
Ad aprire le danze è stata l’Architetto Antonella Felicioni, che con il suo intervento Cinema e moda, i due capolavori del Made in Italy. Diritti d’immagine da tutelare come responsabile dell’Archivio. Fotografico e Iconografico del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale ha sottolineato che: “le competenze della moda e del cinema italiano vanno tutelate e difese. Il Made in Italy siamo noi ed abbiamo il dovere di trasmettere le nostre competenze alle generazioni future”. Rimanendo in collegamento con la moda ed il cinema lo scrittore e regista Italo Moscati, con il suo intervento “Era di moda… il film del Made in Italy” ha illustrato in che modo negli anni la cultura italiana abbia affascinato il cinema americano e lo star system di Hollywood.

[blockquote]Per l’Avv. Michael Chahine, secondo cui “Il marchio Italia per il mercato tedesco rappresenta una sintesi delle essenze del Bel Paese” con il suo intervento ‘Made in …’ in Germania e gli aspetti legati alla comunicazione al diritto” ha illustrato la percezione del popolo tedesco nei confronti di tutto ciò che è cosiderato “italiano”.[/blockquote]

Il Dott. Paolo Catallozzi Giudice della 9^ Sezione Civile del Tribunale di Roma con il suo intervento “La tutela delle produzioni intellettuali non nominate dalle leggi sul diritto d’autore” ha dicharato che “La tutela si esprime attraverso il marchio, la caratterizzazione del prodotto, il layout del negozio. Si tende a tutelare ogni singolo momento dell’esperienza del prodotto.”
Nel corso del convegno è stato presentato libro “Il Codice moda”, ed. Amon. Il Volume fa parte dei quaderni pubblicati dall’Istituto Giuridico dello Spettacolo e dell’Informazione.

Il libro analizza la protezione del diritto d’Autore, i diritti della proprietà industriale, la concorrenza sleale, la tutela penale della moda e del Made in Italy, che ha acquistato nel tempo il significato di innovazione, lusso e stile.
Infatti il successo, sempre crescente, dei prodotti della moda italiana ha stimolato un fenomeno contraffattivo di non poco peso. Le forme di tutela che il nostro ordinamento offre ai creatori del gusto e della moda contro lo sfruttamento non autorizzato delle loro creazioni da parte di terzi costituiscono dunque un argomento di primaria importanza. Oggi, la moda, l’enogastronomia e il design rappresentano perni dell’industria manifatturiera italiana, uno dei fondamenti del sistema economico e garanzia di originalità e qualità riconosciuta a livello internazionale.

Tutti e cinque gli autori del libro presenti al convegno hanno portato il loro contributo con un intervento sul tema. Secondo l’Avv. Bianca Manuela Gutierrez con la sua relazione le creazioni della moda e l’intellectual property: “L’esigenza di tutelare le creazioni della moda dal fenomeno sempre più dilagante della contraffazione è nota a tutti. Il nostro ordinamento, nazionale e comunitario, offre reali mezzi di tutela”. Secondo la Gutierrez, ”il modello e disegno comunitario, per la semplicità e la rapidità che lo contraddistinguono, è decisamente lo strumento ad hoc per la tutela delle creazioni della moda”.

L’Avv. Cristiana Massaro ha spiegato il legame tra Fashion business e product placement. “L’integrazione dell’impresa cinema con l’impresa moda ancorché indissolubile da sempre, amplia i suoi scenari offrendo la possibilità oggi all’azienda di moda di diventare un vero e proprio produttore associato del film, dettandone i contenuti, la scelta degli artisti e la distribuzione (da Chanel a Valentino), ovvero ancora con la previsione di una success fee legata al successo del box office che il marchio di moda riconosce al produttore associante”.

L’Avv. Giovanna Corrias Lucente con il suo intervento “Marchi e modelli: tutela e sanzioni penali” ha delineato la rilevanza assunta dal mercato della contraffazione dei marchi e modelli di moda, ma anche le ampie tutele penali di cui i produttori possono godere.Ha espresso l’opinione che, per contrastare tali illeciti, occorra – ove possibile – individuare i produttori ed importatori dei beni contraffatti che alimentano la vendita al dettaglio. Ciò però è reso complesso per gli investigatori dalla circostanza che i falsificatori sono collocati all’estero.

Per l’Avv. Giacomo Ciammaglichella con il suo intervento Moda e nuove “forme” di marchio “Il marchio forte è difficile da far affermare all’inizio a causa dei costi elevati, ma una volta affermato si caratterizza per la sua capacità distintiva. Vi sono tante forme di marchio diverse ad es.. il marchio sonoro (il leone della Metro Goldin Mayer), il marchio di forma (la bottiglia della Coca Cola), il marchio olfattivo (l’odore dell’erba appena tagliata per le palline da tennis) il marchio di movimento, il marchio di colore ( il Rosso Ferrari). Nella moda il marchio rappresenta il vero e proprio fulcro dell’azienda in quanto l’identità, l’immagine e le strategie di marketing ruotano intorno al marchio. Il marchio costituisce dunque un asset importantissimo che in alcuni casi costituisce addirittura il bene primario dell’azienda.

Tra relatori, l’Avv. Annaluce Licheri, Presidente dell’Osservatorio sulla tutela del Made in Italy, realtà di nuova costituzione presentata in occasione del Convegno. L’Osservatorio per la Tutela del “Made in Italy” nasce da un’iniziativa dell’Avvocato Licheri, specializzata nella tutela del diritto d’autore e proprietà intellettuale e dell’Avvocato Cristiano Alliney, avvocato e consulente in materia di proprietà industriale e intellettuale presso il Gruppo Finmeccanica. L’osservatorio ha la finalità di divulgare le buone prassi della tutela del “made in Italy” a livello nazionale ed europeo, stimolare e agevolare il confronto tra le rappresentanze, contribuire ad informare l’opinione pubblica. L’Avv Licheri presentando l’Osservatorio ha dichiarato:

[blockquote]“Il Made in Italy rappresenta uno degli asset strategici potenzialmente più redditizi e paradossalmente ancora poco tutelati. L’Osservatorio ha lo scopo di formare ed informare imprenditori e professionisti di oggi a conservare e proteggere il patrimonio di domani”.[/blockquote]

L’Avv. Silvia Ricchiuto con il suo intervento Falso d’autore, tutela del profumo e del marchio olfattivo ha delineato la rilevanza del profumo nel fashion business, che è stato da sempre riconosciuto anche dagli stilisti. Coco Chanel amava ripetere: “una donna senza profumo è una donna senza avvenire”. Si è passati nel tempo dalla negazione della tutela al riconoscimento della creazione di un profumo come risultato di una effettiva ricerca artistica, come opera dell’ingegno e della creatività.

Lo stilista Bruno Piattelli, con la sua relazione Il brand, una battaglia a non finire. Chi può, chi ci prova, chi ci fa, chi ci perde ha descritto gli innumerevoli tentativi di contraffazione del suo brand che sono capitati nel corso della lunga e prestigiosa storia della sua maison di moda: Germania, Canada, Brasile, Messico. Ha poi delineato le nuove frontiere della contraffazione, con oltre 600 pagine di prodotti con marchio Piattelli falsi che si trovano in vendita su Amazon ed Ebay.

Con Fatto a mano in Italia, testimonianza della mia vita, Alberto Merola ha descritto la storia della grande azienda di guanti fatti a mano fondata dal nonno Leopoldo Merola, che nel 1880 si trasferì da Napoli alla Capitale e riuscì a creare la grande azienda rinomata in tutto il mondo. Oggi rimane una nicchia dorata dove il prodotto di altissima qualità fatto a mano rappresenta l’icona di quello che significava vivere in Italia: un ricordo nostalgico degli antichi mestieri artiganiali, del nostro saper fare, del culto della bellezza.

La costumista Giulia Mafai con Il valore della creatività nel Made in Italy ha analizzato come l’Italia, nella covata della moda Occidentale, sia partita in ritardo rispetto agli altri paesi europei, ma che sia riuscita, in mezzo ai due più forti contendenti a spuntarla. Siamo stati noi ad emergere, piccoli, modesti, non aggressivi con l’individualismo e la particolarità che ci contraddistinguono.

Giorgia Martone, Consigliere ICR Industrie Cosmetiche Riunite, Art Director dell’Hotel Magna Pars Suites Milano e Co-Founder di LabSolue Perfume Laboratory con Lo sviluppo dei prodotti del mercato olfattivo ha raccontato la storia della sua azienda che produce profumi, come rappresentante della terza generazione e come si è sviluppato questo mercato nel tempo.
Infine Alessandro Prunesti, Social Media Strategist della IQUII – Forward Thinking con la sua relazione Piattaforme social e mobile per la valorizzazione del Made in Italy nella Moda ha descritto le nuove frontiere dei social media e dell’internet of things.

Locandina del Convegno

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