I nostri clienti sono per la maggior parte under 30 e, nel dettaglio, concentrati tra i 26 e i 30 anni. Hanno un titolo di studio superiore alla laurea, sono sposati, hanno figli tra i due e i tre anni e nella maggior parte dei casi anche un animale domestico. Soprattutto, amano fare shopping online e sono appassionati di prodotti di lusso made in Italy». A tracciare questo identikit particolareggiato dell’ “utente tipo” di Tmall, piattaforma B2c che fa capo al gruppo cinese Alibaba – 547 miliardi di dollari di giro d’affari nell’anno fiscale 2017 e 488 milioni di utenti – è Christina Fontana, Business development director Alibaba Italia.

I brand del lusso made in Italy si stanno costruendo un ruolo da protagonisti all’interno della piattaforma cinese, considerata la più popolare tra i consumatori cinesi Millennials (44%) e non (46%) da una recente ricerca di Kpmg e Mei.com. Lo stanno facendo anche grazie al neonato Luxury Pavilion, una app lanciata da Tmall lo scorso agosto che attualmente ospita 28 marchi, di cui sei italiani, e che punta ad arricchire la propria offerta facendo leva proprio sulla passione che i consumatori cinesi hanno per il made in Italy. A riprova, oltre ai già presenti La Perla, Tod’s e Maserati, in questi giorni sul Luxury Pavilion hanno debuttato due brand italiani: Marni e Giorgio Armani Beauty. A breve si aggiungerà anche Missoni.

«Il Luxury Pavilion sta crescendo in modo progressivo – continua Fontana – e, a quasi cinque mesi dal debutto, possiamo dire che ci stia dando un ottimo feedback. Lavoriamo fianco a fianco con i brand per permettere loro di aprire il proprio e-store e dialogare con il consumatore cinese». Che compri su Tmall – rigorosamente da smartphone: «Le vendite mobili sono oltre il 90% per cento», spiega la manager – o in una boutique europea, infatti, poco importa: «Per le aziende del lusso la presenza nel Luxury Pavilion, infatti, è da intendersi in primis come un canale di comunicazione con un target molto diverso da quello a cui sono abituate in Europa o negli Usa, e in piena evoluzione», dice Fontana.

Il comportamento di spesa del cliente cinese, che su Tmall spende in media 90mila rmb l’anno, circa 15mila euro – diventa più chiaro man mano che vengono svelati i dettagli dell’identikit: «Le donne, che sono in leggera maggioranza, comprano principalmente accessori. In generale la predilezione va alle borse, che sono il primo acquisto di una giovane cinese. Ma fanno sempre più ricerche sui gioielli e sugli accessori per la casa. Gli uomini, invece, acquistano abbigliamento, scarpe, in particolare le sneaker, e borse da donna. Cercano vini, orologi e devices tecnologici».

I giovani cinesi sono a caccia di prodotti di alta qualità, di brand famosi ma anche di realtà di nicchia. O, magari, lo saranno in futuro: «Il Luxury Pavilion è uno strumento prezioso per i brand del lusso non solo per intercettare il consumatore attuale, ma soprattutto per comprendere come saranno gli acquirenti di domani».

Da qui il potenziale interesse da parte delle pmi del lusso e della moda italiana, per cui la Rete rappresenta sempre di più un ponte con questo mercato: «Non abbiamo per ora intenzione di aprire il Luxury Pavilion a tutti i player- chiosa Fontana – ma siamo da tempo partner di progetti per la promozione dei giovani designer e le realtà più piccole, perchè l’interesse c’è».

Fonte: Il Sole 24 Ore