A distanza di circa due mesi dalla mancata intesa sul rinnovo delle licenze per l’utilizzo dei brani musicali su Instagram e Facebook, nel corso del mese scorso META e SIAE hanno finalmente raggiunto un accordo transitorio che riporta la musica su Stories e Reels. Milioni di utenti tornano a godere nuovamente dei loro brani musicali preferiti nelle loro condivisioni social.

 

META e SIAE: l’intervento dell’AGCM

A favorire il raggiungimento di questo primo accordo è stata la decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) di avviare un’istruttoria nei confronti di Meta al fine di accertare un presunto abuso di dipendenza economica. Secondo l’Autorità̀, la holding avrebbe interrotto indebitamente le trattative per la stipula della licenza d’uso dei diritti musicali abusando dello squilibrio contrattuale e prospettando a SIAE un importo forfettario (inadeguato) che facesse presagire una formula simile al “prendere o lasciare”, non lasciando così spazio ad ulteriori margini negoziali.

La rimozione dei contenuti musicali dalle proprie piattaforme social e il rifiuto di fornire le informazioni necessarie per svolgere le negoziazioni nel pieno rispetto del principio di trasparenza ed equità hanno fatto poi ritenere all’AGCM che i soggetti più sacrificati fossero proprio i consumatori, in quanto le pratiche considerate abusive hanno limitato di fatto la scelta degli utenti, privati dalla possibilità di fruire dell’offerta musicale italiana e internazionale tutelata dalla SIAE.

 

META e SIAE: la controversia

L’interruzione della negoziazione risale al 16 Marzo scorso, quando la società di Zuckerberg ha comunicato di non aver raggiunto un accordo con SIAE, con conseguente silenziamento di tutti i brani rientranti nel repertorio SIAE presenti nei propri social media nelle successive quarantotto ore. Tale operazione, come era prevedibile, ha generato conseguenze negative non soltanto per gli autori, gli editori e gli altri attori del panorama musicale ma più in generale – per tutti coloro che utilizzano i social per la creazione di contenuti e per gli utenti finali.

La motivazione è stata rintracciata nel rifiuto, da parte di Meta, di condividere tutte quelle informazioni necessarie alla definizione di un accordo equo e di una somma congrua per la remunerazione di autori ed editori, con conseguente violazione di tutta una serie di obblighi imposti dalla Direttiva (UE) 2019/790.

Proprio quest’ultima, conosciuta come la Direttiva Copyright, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 8 Novembre 2021, n. 177, ha giocato un ruolo di prim’ordine all’interno di questa vicenda, in quanto – tra le varie previsioni – ha introdotto all’art. 17 l’obbligo per i cosiddetti “prestatori di servizi di condivisione di contenuti online” di ottenere una licenza preventiva dai titolari dei diritti d’autore compiendo “i massimi sforzi” per negoziare tale licenza con le società di gestione collettiva (come SIAE); tali piattaforme infatti, nel momento in cui concedendo l’accesso al pubblico ad opere protette dal diritto d’autore, compiono un atto di “messa a disposizione del pubblico”, per il quale le legge prevede che debba preventivamente ottenersi un’autorizzazione da parte dei titolari dei diritti.

L’ostacolo all’accesso dei contenuti musicali sulle piattaforme di Meta ha prodotto effetti negativi anche in termini di remunerazione dei diritti connessi dei produttori fonografici e di tutte le altre posizioni giuridiche tutelate, con conseguenti danni per l’industria discografica che solo nel 2022 per l’utilizzo di tali contenuti ha ottenuto oltre 20 milioni di euro.

 

META e SIAE: l’accordo transitorio

Attualmente il punto d’incontro è stato trovato nella proposta di Meta di prorogare alle stesse condizioni il contratto di licenza a dicembre 2022, almeno fino al prossimo 6 ottobre 2023. Questo accordo transitorio dovrà essere ridiscusso tra le parti.

Infatti, Meta vorrebbe basare la modalità di remunerazione per l’utilizzo dei braniprincipalmente su una cifra forfettaria, mentre SIAE vuole una soluzione basata sull’acquisizione di informazioni precise sui ricavi di Meta in Italia, così da poter determinare un importo che risponda con effettività ai criteri di trasparenza e proporzionalità. Da quanto si apprende dalla lettura del comunicato stampa pubblicato sul suo sito ufficiale, SIAE si ritiene comunque soddisfatta per il raggiungimento di questo primo risultato confermando però di voler continuare a lavorare per siglare un accordo definitivo che tuteli al meglio le opere dei propri autori.

Non resta dunque che attenderei prossimi passaggi per conoscere quali saranno i successivi sviluppi della vicenda che ad oggi presenta ancora numerosi e complessi nodi da sciogliere.