Le licenze Creative Commons sono licenze che consentono all’autore di un’opera dell’ingegno (o al titolare dei diritti di utilizzazione economica) di decidere quali diritti su quest’ultima mantenere per sé e quali concedere liberamente agli utilizzatori. In tal modo, sulla base delle specifiche esigenze di ciascuna opera, si potrà decidere se e come commercializzare, riprodurre e diffondere le proprie creazioni e quali limiti di utilizzazione imporre. 

 

Caratteristiche delle licenze Creative Commons: “some rights reserved

Tale genere di licenze è pensato appositamente per un’ampia sfera di opere protette e allo scopo di contemperare il funzionamento del modello tradizionale, ponendosi dunque come un modello alternativo di gestione dei diritti.

In particolare, attraverso le licenze Creative Commons si realizza un compromesso tra due esigenze contrapposte: la tutela della proprietà intellettuale da un lato e la circolazione delle idee e delle opere dall’altra, quest’ultima peraltro favorita dall’impatto tecnologico e in particolare da Internet.  

In altre parole, queste licenze permettono all’autore di mantenere per sé alcune prerogative (come ad esempio il diritto di utilizzare l’opera ai fini commerciali) e concederne liberamente altre, favorendo in questo modo la circolazione e la diffusione della sua creazione. A tal proposito si fa riferimento alla formula “some rights reserved”. A differenza di quanto previsto dal modello tradizionale, infatti, l’autore non conserva in modo automatico tutti i diritti sull’opera, non necessitando un’apposita autorizzazione per ogni utilizzo dell’opera da parte di terzi. Tale circostanza, come agevolmente intuibile, favorisce notevolmente la circolazione dei contenuti, in quanto si configura come una sorta di autorizzazione preventiva.

 

Come funzionano le licenze Creative Commons

 

Quali sono le licenze Creative Commons

Le sei licenze Creative Commons – Crediti: Image by Alexander from Pixabay

 

Affinché si realizzino gli effetti anticipati, è necessario che ogni licenza indichi quali siano i diritti ceduti e a quali condizioni di utilizzo è subordinata la legalità delle disposizioni e delle condivisioni dell’opera.

A tal proposito, sono previste sei diverse combinazioni di licenze che regolano in vario modo lo svolgimento delle diverse attività, stabilendo condizioni di utilizzo più o meno stringenti: è possibile così assecondare sia l’esigenza di chi vuole mantenere “intatta” la propria opera, sia quella di chi preferisce che si contribuisca alla formazione, crescita o diffusione della stessa. Le licenze in esame, infatti, si collocano anche in un’ottica di condivisione che rispetti sì il diritto di chi crea, ma allo stesso tempo incentivi una circolazione rapida ed estesa.

Queste diverse tipologie di licenze prevedono una diversa gradazione che muove dall’ampia possibilità di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare l’opera, di modificarla e di usarla per fini commerciali (attribuendole la paternità nei modi indicati dall’autore o da chi l’ha data in licenza) fino a quella ridotta che – fatte salve le prime facoltà (riproduzione, distribuzione, comunicazione al pubblico, esposizione, rappresentazione, esecuzione e recitazione) e l’attribuzione della paternità – non permette di usare l’opera per fini commerciali, alterarla, trasformarla, ne’ usarla per crearne un’altra.

La scelta delle licenze è importante in quanto incide sull’utilità che si trarrà dalla diffusione: per scegliere al meglio la licenza che più si adegui alle proprie esigenze è necessario valutare ad esempio quali tipi di utilità si intende trarre dalla distribuzione (se di natura economica o di altro genere, se strettamente connesso alla fruizione dell’opera), quali tipi di uso si vuole che vengano effettuati o che tipo di diffusione si vuole ottenere. 

È importante sottolineare che la licenza non è revocabile, cosicché una volta messa in circolazione un’opera con una certa licenza Creative Commons, chiunque potrà ragionevolmente farvi affidamento anche per il futuro.

La circolazione dell’opera ne risulta dunque notevolmente agevolata, in quanto la rappresentazione grafica della licenza Creative Commons rende immediatamente evidente agli utilizzatori quali usi siano o meno consentiti, non richiedendo per ciascuno di essi un apposito accordo con l’autore.

 

Le licenze Creative Commons e Internet

L’avvento di internet ha introdotto nuove modalità di fruizione delle opere dell’ingegno, in particolare con riferimento alla digitalizzazione, l’agevole trasmissibilità e all’ampia circolazione. La rete ha ampliato la platea di potenziali fruitori di un’opera ed è per questo che rappresenta una risorsa fondamentale. 

È proprio per tale motivo che in questo rinnovato contesto, il diritto d’autore (la cui prima formulazione risale al 1941), può mostrare alcuni limiti, in quanto una sua rigida applicazione può dimostrarsi controproducente per gli interessi dello stesso soggetto che dovrebbe tutelarsi. Richiedere il necessario assenso del titolare dei diritti per ognuna delle attività coperte dal diritto d’autore spesso può equivalere ad ostacolare o comunque limitare le potenzialità che la rete mette a disposizione. Allo stesso tempo, tuttavia, bisogna far fronte al pericolo opposto, quello per cui chi crea non riesca a trarre benefici economici dalla propria opera.

Le licenze Creative Commons si pongono proprio in quest’ottica di bilanciamento, in quanto apprestano protezione all’opera, ma permettono comunque la più ampia diffusione di questa e del proprio creatore; facendo dunque riferimento ad una gradazione i cui due estremi sono rappresentati, rispettivamente, dalle opere distribuite in un regime tradizionale (“tutti i diritti sono riservati”) e da quelle che fanno parte del pubblico dominio (“nessun diritto riservato”), le licenze in esame rappresentano combinazioni intermedie (“alcuni diritti sono riservati”) e, in base a quelle scelte dal titolare per la distribuzione dell’opera, il regime potrà avvicinarsi più all’uno o all’altro estremo. 

Le licenze Creative Commons, dunque, non solo non escludono il diritto d’autore consentendone semmai un esercizio senz’altro più agevole, ma presuppongono l’esistenza di quest’ultimo, in quanto solo al titolare dei diritti è consentito il loro “frazionamento”. 

Lo scopo finale di strumenti come questo è dunque quello di creare un ambiente digitale che supporti al meglio l’innovazione, realizzando così un sistema di gestione dei diritti, da porre in capo ai rispettivi titolari, più flessibile rispetto all’esclusiva assoluta che caratterizza invece l’impostazione attuale del diritto d’autore.

 

 

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