Metacrimine è il termine con cui è stata definita una nuova frontiera criminale che sta emergendo nel cuore del rivoluzionario ecosistema del Metaverso. Questo regno digitale immersivo che fonde realtà aumentata, virtuale e fisica, offre opportunità senza precedenti ma al contempo apre le porte a inedite attività illecite definite “Metacrimini”. Questi crimini tecnologici sfruttano le peculiari caratteristiche e capacità del Metaverso, estendendosi oltre i tradizionali reati informatici man mano che l’interazione umana trascende i confini della realtà fisica per abbracciare gli spazi virtuali.
 

Gli obiettivi dei metacriminali

Il Metacrimine comprende una vasta gamma di attività illegali come le frodi legate agli NFT, gli attacchi cyber-fisici contro infrastrutture critiche, il furto d’identità digitali e l’impersonificazione di avatar a scopi criminali, il furto di asset virtuali, l’adescamento e lo sfruttamento di minori (grooming) negli ambienti virtuali, la radicalizzazione di individui, nonché crimini finanziari come il riciclaggio di denaro e transazioni fraudolente attraverso valute o asset virtuali.
Proprio come il mondo reale, il Metaverso può essere sfruttato da attori malevoli per commettere una vasta gamma di reati, dalle frodi finanziarie ai crimini contro i minori, passando per il furto di dati, la contraffazione di proprietà intellettuale e l’intrusione non autorizzata in spazi virtuali privati.

Uno dei settori maggiormente a rischio nel Metaverso è quello della proprietà intellettuale: l’uso improprio di marchi registrati, design, diritti d’autore o altri beni immateriali protetti nello spazio virtuale rappresenta una seria minaccia per le aziende. Un potenziale scenario preoccupante potrebbe vedere un’organizzazione criminale creare un negozio virtuale contraffatto, sfruttando il marchio, il design dei prodotti e le opere protette di un’azienda legittima. In questo spazio fasullo, i consumatori potrebbero essere ingannati ad acquistare prodotti falsi, subire furti di dati o frodi finanziarie attraverso esperienze di marketing immersive e realistiche.
La vendita illegale di NFT (Non-Fungible Token) che violano i diritti di proprietà intellettuale è un altro grave pericolo: questi token unici e certificati sulla blockchain potrebbero incorporare opere d’arte, loghi, personaggi o altri contenuti protetti da copyright, consentendone la compravendita e lo sfruttamento non autorizzati. Inoltre, le organizzazioni criminali potrebbero sfruttare le potenzialità del metaverso per pubblicizzare e commercializzare prodotti contraffatti su vasta scala, ingannando i consumatori.

Per le aziende che operano nel metaverso e investono risorse nello sviluppo di mondi virtuali, asset digitali e strategie di marketing virtuali, questa nuova dimensione rappresenta un rischio esistenziale: un singolo attacco informatico o una violazione dei diritti di proprietà intellettuale potrebbe vanificare anni di sforzi e investimenti, compromettendo la reputazione del marchio e l’immagine aziendale. È quindi fondamentale che le aziende si tutelino adeguatamente prima di avventurarsi in questa nuova frontiera digitale.
 

Come tutelarsi di fronte al metacrimine

Purtroppo il quadro normativo che disciplina questi nuovi fenomeni non è ancora del tutto chiaro e la Direttiva europea sui contenuti digitali potrebbe risultare di difficile applicazione in un contesto tecnologicamente avanzato e interconnesso come il metaverso. Allo stesso modo, le transazioni e gli scambi commerciali che avvengono all’interno di questa realtà virtuale dovranno essere regolati da normative specifiche a tutela dei consumatori. Affrontare le sfide poste dal metacrimine richiede dunque un approccio proattivo e una strategia completa che combini misure nel mondo reale e in quello virtuale. Le aziende devono adottare una vasta gamma di contromisure per proteggere i propri asset immateriali, la reputazione del marchio e gli interessi dei consumatori.

Vediamo alcune di queste contromisure:

  1. In primo luogo, è fondamentale implementare un costante monitoraggio degli universi virtuali, alla ricerca di attività illecite come la contraffazione di marchi, la violazione di diritti d’autore o la vendita illegale di NFT con contenuti protetti. Questo può essere realizzato attraverso l’utilizzo di software di sorveglianza automatizzati o investigatori sotto copertura che prendano parte ad eventi ed esperienze nel metaverso.
  2. Un passo cruciale è registrare i marchi aziendali e altri asset di proprietà intellettuale anche nella categoria dei “beni virtuali”: questa protezione aggiuntiva consente di perseguire più efficacemente le violazioni in ambito digitale e virtuale.
  3. Le aziende dovrebbero inoltre valutare l’istituzione di una presenza aziendale ufficiale all’interno dei principali metaversi. Ciò non solo consente di offrire esperienze autentiche ai consumatori, ma funge anche da presidio contro le attività illegali che sfruttano il marchio.
  4. Infine, le aziende dovrebbero sviluppare piani di risposta agli incidenti e protocolli di sicurezza informatica specifici per il metaverso. La collaborazione con le forze dell’ordine, le organizzazioni internazionali e altre aziende può contribuire a creare un fronte comune contro le minacce emergenti in questo nuovo dominio digitale.

Al fine di dimostrare le avvenute azioni, o i tentativi, di metacrimini, è fondamentale raccogliere delle prove. Per poterlo fare è necessario implementare meccanismi di registrazione e tracciamento delle interazioni virtuali: ciò può avvenire mediante funzioni di registrazione integrate nelle piattaforme VR, software dedicati, dispositivi esterni o applicazioni che acquisiscono dati come movimenti degli avatar, input dei controller e metriche varie.
Tuttavia, per rendere ammissibili e legalmente valide le prove raccolte nel metaverso durante le indagini sui metacrimini, è indispensabile sottoporre le prove digitali ad un processo di notarizzazione o certificazione che ne attesti la loro autenticità ed integrità. Questo perché le interazioni e gli oggetti nel metaverso sono per natura immateriali e facilmente modificabili.

La notarizzazione coinvolge diversi aspetti:

  • Integrità dei dati: garantire che le registrazioni delle interazioni virtuali (video, audio, dati di movimento, etc.) non siano state alterate o manomesse.
  • Catena di custodia: tracciare la provenienza e la gestione delle prove digitali dalla raccolta fino alla loro presentazione in tribunale.
  • Metadati: conservare informazioni come data, ora, identità degli avatar coinvolti, geolocalizzazione dei server, ecc.
  • Autenticazione: attestare che le prove provengano effettivamente dalla scena virtuale del crimine.

Questo processo dovrà necessariamente tenere conto delle legislazioni vigenti nelle varie giurisdizioni coinvolte. Ad esempio, la posizione fisica dei server del metaverso può essere un fattore decisivo per determinare quale legge applicare per la loro certificazione.

Indubbiamente le differenze legislative tra paesi su crimini informatici, privacy dei dati, intelligenza artificiale, rendono complessa l’armonizzazione delle procedure per le prove virtuali transfrontaliere. L’informatica forense virtuale può venirci in aiuto, attraverso l’analisi di piattaforme, server, reti e protocolli, concentrandosi sulla raccolta, il recupero e l’esame dei dati disponibili su questi sistemi, inclusi i dati di controllo degli avatar, audio, video e metriche varie.

Solo adottando un approccio completo che sfrutti tutti gli strumenti a disposizione, le aziende potranno tutelarsi efficacemente e sfruttare appieno le opportunità offerte dal metaverso, proteggendo al contempo i propri asset di valore e gli interessi dei consumatori.
 

La “polizia” del metaverso

L’espansione del Metacrimine solleva profonde sfide investigative anche per le forze dell’ordine di tutto il mondo. Questi mondi virtuali, che spaziano attraverso molteplici giurisdizioni, mancano di standardizzazione e interoperabilità, rendendo arduo il lavoro degli inquirenti. Inoltre, le scene del crimine virtuali non presentano prove fisiche tangibili, ma solo interazioni digitali che coinvolgono asset virtuali come criptovalute e NFT. Questi ambienti online sono estremamente dinamici, il che significa che le prove possono facilmente scomparire o apparire alterate, ponendo ostacoli senza precedenti alle indagini tradizionali.

Eppure, nonostante queste complessità, il Metaverso offre anche opportunità uniche per le forze dell’ordine. Le simulazioni avanzate, la conservazione virtuale delle scene del crimine e la formazione immersiva sono solo alcune delle potenziali applicazioni di questa tecnologia emergente. Ad esempio, l’Interpol ha svelato il primo Metaverso appositamente progettato per le forze dell’ordine mondiali, il quale consente, per esempio, corsi di addestramento immersivi per gli agenti, oppure facilitando esercitazioni ripetute senza i costi e i rischi associati al mondo reale.

La pianificazione di emergenza utilizzando il Metaverso può contribuire a garantire la sicurezza pubblica, proteggere le infrastrutture critiche e facilitare la risposta alle calamità, mentre le esercitazioni e le simulazioni delle squadre di polizia possono agevolare lo sviluppo di piani di risposta coordinati, consentendo a molteplici agenzie di addestrarsi insieme e sviluppare interoperabilità.

Le forze dell’ordine potrebbero anche stabilire una presenza virtuale nel Metaverso, offrendo servizi come la denuncia di reati, la presentazione di reclami o persino l’organizzazione di riunioni comunitarie virtuali, rendendo i loro servizi più accessibili e interattivi.
 

Il futuro della difesa nel metaverso

La recente pubblicazione del Libro Bianco dell’Interpol sul Metacrimine evidenzia la necessità di formare adeguatamente gli operatori di primo intervento, gli specialisti di informatica forense digitale e l’intero sistema giudiziario, affinché possano comprendere appieno il Metaverso e le tecnologie associate, garantendo così la sicurezza di questo ambiente virtuale e la tutela dei diritti individuali. Uno degli aspetti chiave evidenziati nel rapporto è l’importanza di un approccio collaborativo tra molteplici parti interessate, con una cooperazione transfrontaliera per affrontare efficacemente le sfide poste dal Metacrimine. Questa nuova dimensione digitale, che attraversa diverse giurisdizioni, dimensioni e organizzazioni, richiede un’azione congiunta e un impegno condiviso da parte di governi, forze dell’ordine, organizzazioni internazionali e settore privato.

Criminalizzare le attività illecite nel Metaverso richiederà inoltre interventi legislativi per stabilire definizioni chiare, poiché non tutti i futuri crimini in questo ambito rientreranno nelle definizioni tradizionali di reato. Ad esempio, i reati che coinvolgono interazioni ibride fisico-virtuali potrebbero richiedere nuove o revisionate definizioni legali. Altre sfide significative includono i requisiti tecnologici e infrastrutturali, le preoccupazioni etiche e relative alla privacy dei dati, nonché le minacce alla cybersicurezza derivanti da questo nuovo ambiente digitale.
 

Conclusione

In sintesi, il Metacrimine rappresenta una nuova frontiera per le attività criminali che richiede una risposta coordinata, un approccio olistico e una stretta collaborazione internazionale tra governi, forze dell’ordine, organizzazioni internazionali e settore privato. Solo attraverso sforzi congiunti, condivisione di conoscenze, risorse e competenze sarà possibile garantire la sicurezza e lo stato di diritto in questo innovativo regno digitale. La comunità globale deve rimanere vigile e adattarsi rapidamente a questo nuovo panorama criminale emergente, proteggendo i diritti e la sicurezza di tutti i cittadini, sia nel mondo fisico che in quello virtuale.

 

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